Gli studenti dei corsi di laurea in Scienze dei Beni Culturali e Archeologia sono attivamente parte delle attività di ricerca svolte dalla sezione di Preistoria e Archeologia Sperimentale, sul campo e in laboratorio. Di seguito proponiamo alcuni dei progetti di ricerca sperimentali da loro svolti.
Antonio Benaducce
La Campania protostorica: aspetti del popolamento del territorio campano tra età del Rame ed età del Bronzo (tesi di laurea magistrale in Archeologia, 2021)
Link: ETD
La situazione dell’Italia meridionale durante l’età del Rame e del Bronzo è ricca di esempi che possono farci comprendere la complessità delle società dell’epoca. Sebbene le facies ceramiche, e a volte anche quelle funerarie, dimostrino, in questo senso, una certa diversità culturale, è chiaro che alla base di queste prime organizzazioni sociali complesse ci siano gli stessi interessi. Si potrebbe affermare che le motivazioni che spingano le popolazioni ad organizzarsi in determinati modi, a prescindere dall’areale che si sta osservando, siano sempre le stesse: costruzione dei villaggi in punti favorevoli alle pratiche agro-pastorali, controllo di snodi fondamentali del territorio e volontà di intrattenere rapporti economico-sociali con altre comunità.
Nel panorama del meridione italiano non fa eccezione la regione Campania che, con i suoi siti, ci mostra un quadro complessivo che coincide con le suddette esigenze. I luoghi analizzati mostrano un costante sviluppo durante i secoli e grazie allo stato di conservazione di alcuni contesti le informazioni in nostro possesso ci devono far riflettere sulle reali capacità di queste comunità.
Durante il corso di tutta la protostoria della regione si può notare, a proposito dei rapporti con altri popoli, una costante presenza di ceramica proveniente di altri areali. Che sia la cultura di Laterza o di Cetina nel Rame o i rinvenimenti associati alla ceramica egea durante il Bronzo è chiaro che la situazione sociale dell’epoca è molto più complessa di quel che si possa credere. La tela di rapporti che esisteva, a partire dal Rame, ampiamente rilevabile dallo studio dei siti archeologici, ci spinge a pensare che queste comunità non fossero assolutamente isolate fra loro ma che, al contrario, vivessero un contesto molto più “globalizzato”, con tutte le limitazioni che, ovviamente, possiamo dare a questo termine in questo contesto.
Lo studio dei contesti della Campania porta in luce un quadro territoriale generalmente uniforme per ogni facies descritta, tuttavia è da sottolineare come queste si intreccino con quelle provenienti da altri territori, basti pensare la sovrapposizione rilevata, per esempio, per i contesti Laterza-Cetina-Palma Campania o alle evidenze più tarde che ci mostrano i contatti con il mondo Egeo.
Lo studio è stato condotto presentando innanzitutto un quadro generale che riguarda la situazione protostorica dell’Italia meridionale utilizzando come riferimento i molteplici lavori pubblicati nel corso di decadi di ricerche archeologiche. Questo tipo di introduzione è stata voluta per contestualizzare quello che è il quadro, più specifico, della regione Campania, argomento centrale di questo lavoro, trattato partendo dalle ricerche archeologiche che hanno investito questo territorio fin dagli anni ’70.
Come integrazione al testo sono stati inseriti due grafici per mostrare i principali eventi eruttivi della regione ed anche delle mappe che mostrano la localizzazione dei siti trattati nel testo, di elaborazione dell’autore.
Lo scopo di questo lavoro è duplice. Da un lato si vuole offrire una panoramica della suddetta regione non come territorio analizzato in maniera isolata ma tenendo sempre a mente il contesto più vasto del meridione tutto. In secondo luogo, si è voluto offrire una visione particolare sul popolamento della Campania, nel Rame e nel Bronzo, cercando di dare una spiegazione adeguata per quanto riguarda la scelta di fondare insediamenti anche in luoghi a volte infausti, come in prossimità del Vesuvio.
Marta Bruschini
Nuovi contributi sul Neolitico dell’alto Tirreno: la revisione dei materiali ceramici e dell’industria litica scheggiata dagli scavi 1971-1973 della Grotta Pollera (SV) (tesi di laurea magistrale in Archeologia, 2019)
Link: ETD
Obiettivo di questo lavoro è la revisione dei materiali ceramici e dell’industria litica scheggiata dall’importante sito Neolitico di Grotta Pollera, al fine di apportare nuovi dati dallo studio dei materiali e di inquadrando il sito all’interno delle culture dell’alto Tirreno. Questo lavoro ha così permesso di completare la sequenza di frequentazioni della Grotta Pollera durante il Neolitico antico (Ceramiche Impressa) e medio (Vasi a bocca quadrata).
Elisabetta Corradino
Il sito di Renzano-Pieve San Lorenzo (alta Garfagnana, LU) nel quadro del popolamento dell’Italia centro settentrionale (tesi di laurea magistrale in Archeologia, 2023)
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Il seguente lavoro di tesi si pone come obiettivo la comprensione del sito di Pieve San Lorenzo tramite lo studio dei dati raccolti in precedenza e l’analisi dei materiali condotta nel presente. Dopo una breve sintesi sulle principali forme culturali che caratterizzano l’età del Bronzo e alcuni accenni a quelle dell’età del Ferro, si passa alla descrizione del sito e alla comprensione del dato materiale, per poi giungere alle conclusioni dove si argomentano le ipotesi a cui si è giunti circa la struttura e la funzione del sito.
Claudia Finocchiaro
Potenziale delle indagini chimiche condotte sui residui adesivi dei falcetti neolitici (tesi di laurea magistrale in Archeologia, 2023)
Il falcetto preistorico ha avuto un ruolo fondamentale nel rendere l’agricoltura una delle principali attività di sussistenza delle popolazioni neolitiche.
L’indagine chimica delle sostanze adesive utilizzate per l’immanicatura degli elementi litici arricchisce il quadro delle conoscenze sui materiali adesivi utilizzati nel neolitico, sulle ragioni che presiedevano la scelta di questi – se legate a motivi di disponibilità o se calibrate su esigenze specifiche -, sulle dinamiche di assemblaggio e di utilizzo dello strumento.
L’obiettivo che la tesi si pone, sottoponendo a GC/MS e Py GC/MS campioni provenienti da diversi siti neolitici italiani, è quello di ottenere informazioni che possano far luce sulle soluzioni adottate dai primi agricoltori, anche in considerazione delle risorse disponibili in diverse realtà ambientali, al fine di comprendere se ci fossero similitudini o differenze tra queste e coglierne i motivi.
Luca Fioravanti
Il popolamento preistorico della Versilia: una nuova analisi con approccio GIS (tesi di laurea magistrale in Archeologia, 2020)
Link: ETD
Oggetto del presente lavoro sono le dinamiche insediative e di popolamento avvenute in Versilia durante la preistoria, in particolare dalla fine del Paleolitico medio alla fine dell’Età del Bronzo, attraverso l’utilizzo dello strumento GIS. Questo studio è stato possibile grazie all’utilizzo di diverse fonti d’informazione che, integrate tra loro, hanno dato la possibilità di proporre alcune considerazioni. In particolare, oltre all’uso del materiale già edito, è stato necessario ricercare informazioni inedite sia nelle Carte Archeologiche dei diversi comuni presenti nell’areale oggetto d’indagine, sia nell’archivio storico dell’ex Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana, presso Firenze. L’integrazione dei dati così ottenuti è stata in seguito eseguita tramite l’utilizzo del database MAPPA, essenziale per poter sfruttare le informazioni in ambiente GIS. Successivamente, questi dati sono stati poi georeferenziati tramite GIS e posti su mappe tematiche, in modo tale da poter eseguire delle analisi visuali. L’area così studiata era, in realtà, già oggetto di ricerche dalla seconda metà dell’Ottocento; infatti, questa zona della Toscana nord-occidentale, fu oggetto di varie indagini e ricognizioni, soprattutto in grotta, che portarono ai primi ritrovamenti preistorici. Questo giustificato interesse è rimasto abbastanza costante fino ai primi anni 2000, anche se, molti dei siti presentati, non vengono studiati con metodi innovativi da diverso tempo. Dopo un’introduzione sugli aspetti geomorfologici e climatici della Versilia, in cui si analizzano le complesse trasformazioni ambientali avvenute dalla fine del Pleistocene fino al Tardo Olocene, la tesi prosegue con una presentazione delle metodologie utilizzate e dei dati a disposizione per poter formulare le interpretazioni. Nella seconda parte, il lavoro si concentra sulle strategie insediative dei vari periodi cronologici, presentando e discutendo tutte le tracce riscontrate. All’interno dei diversi capitoli vengono presi in considerazioni i fenomeni di carattere ambientale, culturale e sociale, in modo tale da poter spiegare le differenze o somiglianze riscontrate tra le diverse comunità preistoriche, che si sono susseguite nel tempo in questo territorio. Nello specifico sono presi in esame i diversi contesti ambientali e climatici presenti in un determinato intervallo cronologico, le strategie di sussistenza individuabili, i materiali e reperti riscontrati, le reti di scambio con altre aree dell’Italia e dell’Europa e, quando possibile, le pratiche funerarie. Gli obiettivi della ricerca sono quindi l’analisi degli insediamenti e dei ritrovamenti finora conosciuti, tramite un’ottica archeologica aggiornata, per poter comprendere meglio le motivazioni che stanno alla base del pattern riscontrato. Quest’ultimo è costituito dall’osservazione delle assenze-presenze archeologiche riscontrabili da un punto di vista geografico e cronologico. Non solo, all’interno del lavoro, vengono presentati siti e tracce antropiche ancora inedite, informazioni ricavate consultando l’archivio storico dell’ex Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana, a Firenze. Quest’ultimi, attraverso un’analisi visuale in ambiente GIS, sono stati studiati al fine di poter proporre alcune ipotesi sulla funzione, l’utilizzo antropico e la cronologia appartenenti a questi siti. Infine, dopo aver proposto il quadro della situazione insediativa preistorica, seguono le considerazioni e riflessioni conclusive che vanno ad integrare tutti i contesti indagati e presentati, in modo tale da chiarire e delineare l’andamento del popolamento avvenuto sul lungo periodo in Versilia.
Mariarita Foti
Dinamiche insediative nella Lunigiana pre-protostorica: contesto ambientale, territorio, viabilità (tesi di laurea magistrale in Archeologia, 2019)
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Il lavoro si propone di analizzare le evidenze archeologiche d’età preistorica e protostorica della Lunigiana alla luce delle caratteristiche geomorfologiche e ambientali del territorio. Inoltre, particolare attenzione si rivolge a quegli elementi, quali le statue stele, che sembra possibile correlare alla viabilità e a punti di passaggio, guadi, crocevia, che dovevano essere utilizzati in antico per gli spostamenti.
Giada Pirrone
Spatial analysis applied to the study of riverways in the Neolithic penetration of Po, Ebro and Rhone basins (tesi di laurea magistrale in Archeologia, 2024)
L’arrivo di genti neolitiche nei territori del bacino del Mediterraneo è a lungo stato al centro dei dibattiti sul neolitico. A oggi, numerosi sono i modelli che cercano di simulare le modalità, la velocità e le direzioni di spostamento. Tramite l’applicazione di analisi spaziali, nello specifico geostatistical analysis, network analysis e predictive modeling, ai dati raccolti nell’open dataset NeoNet, mi propongo di studiare il possibile ruolo svolto dalle vie fluviali nel processo di penetrazione neolitica dalla costa verso l’entroterra, nei bacini del Po, dell’Ebro e del Rodano.
Simone Sani
L’industria scheggiata in ossidiana di Fornace Cappuccini (Faenza, Italia): aspetti tecno-funzionali e pattern di circolazione nel contesto del Neolitico antico del mediterraneo centrale (tesi di laurea magistrale in Archeologia, 2024)
L’ossidiana è il materiale più ricercato e una delle principali introduzioni del Neolitico nel mediterraneo centrale. Le industrie in ossidiana dei siti neolitici della penisola italiana sono state studiate per lo più con un approccio tipologico, il mio lavoro di tesi si concentra piuttosto sugli aspetti tecnologici e funzionali a partire dal complesso di Fornace Cappuccini (Neolitico antico, 5300 cal BC, Faenza), indagando le modalità e le destinazioni dello sfruttamento di una materia prima proveniente da almeno 400km dal sito. Verranno infine applicate analisi di provenienza (pXRF) sui materiali, esplorando i possibili pattern di circolazione del vetro vulcanico dalle isole tirreniche verso nord.
Alice Vassanelli
Gli ornamenti litici pre-protostorici del territorio toscana: materie prime e metodologie di indagine (tesi di specializzazione in Beni Archeologici, 2020)
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Il presente studio è volto ad analizzare i manufatti ornamentali Pre-Protostorici del territorio toscano, per cercare di comprendere il significato e il ruolo che queste produzioni hanno rivestito. Oltre ad uno studio dettagliato tecno-tipologico e funzionale di questi manufatti sono state compiute anche analisi geochimiche per la loro caratterizzazione e per la determinazione delle fonti di approvvigionamento. I dati illustrati mostrano le potenzialità informative di un approccio multidisciplinare all’indagine degli ornamenti preistorici, fino ad oggi studiati quasi esclusivamente solo dal punto di vista tipologico. Questo studio, oltre a costituire il nucleo di riferimento per una ricerca più ampia, che potrà estendersi fino a comprendere l’intero panorama peninsulare, può essere considerato un modello metodologico applicabile ad ambiti cronologici differenti.